vai via lontano da me ho smesso di scegliere ciò che va bene la prima volta che mi son sentita le costole. lasciami nel mio silenzio più che intrigante interessante magnifico direi quasi doloroso, lasciami sola ho un disperato bisogno di sentirmi piena di vuoto, lasciami stare cazzo lontana dalle tue strazianti parole dai tuoi occhi gelidi e non mentirmi, non mentire su me con me. sono imbarazzante e anzi no mi imbarazzo io stessa di una me che in realtà, dio, non c'è. niente dev'essere impalpabile più di me e delle mie sensazioni perciò hey diavolo, non sfuggirmi così baciami più che puoi approfitta della carne che a fine mese sarà polvere e dei miei occhi che dopo un tuo sguardo saranno nuvole grigie, e poi vattene via e lasciami, lasciami viva splendente e più autodistruttiva che mai
amatevi. amatevi quanto più potete voi che volete, amate anche un po' me mentre già tre chili mi sono scivolati via con una sempre nuova leggerezza sorprendente
buone vacanze
domenica- non posso permettermi di mollare proprio adesso
chi sarà sempre cosi ferocemente intestardito al punto di pestar se stesso?
sabato
mercoledì
devi avere tutti i motivi per ridere di me ma anche con me
caffè e sigaretta e il mondo mi si svela così perfetto. una vecchia fotografia in bianco e nero per ricordare notti e tempi passati, immemorabili, spesi, eppure non esiste separazione finchè esiste il ricordo.
mezzo chilo al giorno che scivola leggiadramente via da me, zero rimpianti, sono morta un centinaio di volte e altrettante mi dimentico il mio nome. ciocche di capelli intrecciate alle mie piccole dita, abbigliamento di trent'anni fa che non riesce a restituirmi il mio corpo, rivoglio indietro i miei occhi puri limpidi verdi e terribilmente scavati.
e mi sento libera libera libera e magnificamente vuota, l'autodistruzione è una libertà, per quanto assurda e paradossale
mezzo chilo al giorno che scivola leggiadramente via da me, zero rimpianti, sono morta un centinaio di volte e altrettante mi dimentico il mio nome. ciocche di capelli intrecciate alle mie piccole dita, abbigliamento di trent'anni fa che non riesce a restituirmi il mio corpo, rivoglio indietro i miei occhi puri limpidi verdi e terribilmente scavati.
e mi sento libera libera libera e magnificamente vuota, l'autodistruzione è una libertà, per quanto assurda e paradossale
domenica
dai 45 ai 54 senza via d'uscita
avverto il peso del mio pensiero come un macigno dolciastro, poco musicale, spigoloso, inquieto e terribilmente piacevole, pur sempre pesante, eppure un pensiero. quanti ipocriti apprezzamenti privi di ricerca alla perfezione, come e con quale disgusto ho potuto constatare di che pasta è fatto il mondo e di che occhi si serve per apprezzare, io bella, io modella, io stupenda, io imperdibile, io viva, io credibile, io vera, io ed il mio non io. è insopportabilmente stupendo e stupendamente insopportabile essere me stessa, la me stessa più attraente e pesante, voglio ritornare una 45 chili, un numero, un sottopeso, e ho tempo davanti per svanire in stomaco vuoto pasti sempre più leggeri gambe sempre più esili e vita, vera vita e vita fisica, sempre meno accomodante.
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